Quella guerra la vincemmo con un cavallo, imponente, riempito di futuro.
In un momento di grande fermento culturale la città di Benevento affidò a Mimmo Paladino il compito di dare forma, in un piccolo giardino chiuso nella sua parte più antica, ai suoi segni arcaici.
Ebbi la fortuna di collaborare con lui nel definire questo spazio, e ne diressi i lavori.
Nella visione del mondo di Omero, evidente linfa dei pensieri ancestrali del maestro, la terra aveva la forma di un disco. E attorno ad esso vi era l’oceano, forse immaginato come un enorme fiume circolare.
Accompagnai così per più di un anno i passi di Paladino fra lo stupore, l'incertezza e la meraviglia di questo luogo di cielo, ferro, pietra, colore e acqua.
Era il 1992, e dopo quasi due anni giungemmo alla meta e lui volle che questa terra si chiamasse Hortus Conclusus.
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