L'amore oltre la morte
A Orsara di Puglia, nella notte fra il primo e il due novembre c'é un momento di condivisione e ricordo dei defunti. Incontro Luigi, il mio amico esperto di culture del territorio: "se non ci sei mai stato non puoi mancare", mi dice. Andiamo, allora! Guida Fernandino, che, da buon camminatore lento e attento, anche in auto non supera di molto la velocità dell'uomo. Dopo aver risparmiato, per strada, un enorme cinghiale, giungiamo ai "Fucacoste e Cocce Priatorje”, ovvero falò e teste del Purgatorio, di Orsara. Migliaia di ragazzi giunti dal circondario osservano, senza potervi partecipare, i ricchi banchetti allestiti dai paesani affinché, dicono, le ombre che si aggirano per strada possano (ma dopo di loro) rifocillarsi. Si consolano con grandi quantità di aglianico e birre messe a disposizione da immancabili stand. Si balla e si suona per strada, si amoreggia e l'aria di morte, invero, si respira poco. Qualche minuto prima di mezzanotte la Confraternita “degli incappucciati” attraversa il paese in processione, perché la tradizione vuole che le anime del purgatorio attraversino il borgo. I ragazzi la ignorano.
Lascio agli amici antropologi il duro compito di svelare il rito: io, più che la morte, qui ci ho visto aggirarsi l'amore, e forse le animelle del purgatorio é ciò che volevano.